Sardegna: Cenni storici
LA PREISTORIA
I primi abitanti della Sardegna giunsero nella regione circa 3000 anni prima della nascita di Cristo. Non si conosce con precisione il loro luogo di provenienza, ma si sa che dapprima abitarono nelle grotte delle montagne, poi un gruppo di loro iniziò a costruire villaggi fatti di case di pietra. Le testimonianze più antiche di queste popolazioni sono alcune tombe scavate nelle caverne o nelle pareti calcaree dei rilievi. Si tratta di piccole cavità che i sardi chiamano domus de janas, le case delle fare.
LA CIVILTÀ NURAGICA
Verso il 1500 a.c., durante l'età del bronzo, fiorì sull'isola la civiltà dei nuraghi, così definita dal nome delle tipiche costruzioni realizzate in gran numero da queste popolazioni. I nuraghi sono grandi torri di pietra, vere e proprie fortezze dove a quei tempi viveva il capo tribù e attorno alle quali sorgeva il villaggio. Attualmente in Sardegna ci sono oltre 7000 nuraghi, ma probabilmente altrettanti sono ancora da riportare alla luce. Uno dei più grandi è "la fortezza di Barumini", che si trova in provincia di Cagliari, in uno dei complessi archeologici più interessanti dell'isola. Le popolazioni nuragiche si dedicavano per lo più alla pastorizia e al combattimento.
LA DOMINAZIONE CARTAGINESE
Tra il IX e l'VIII secolo a.C. approdarono sulle coste della Sardegna i Fenici che provenivano da Cartagine, una forte e ricca città della costa africana. Dopo dure e aspre lotte i Fenici riuscirono a conquistare la parte più meridionale dell'isola, dove fondarono diverse città come Nora, Caralis (l'odierna Cagliari) e Sulcis (oggi S. Antioco) . I Fenici contribuirono allo sviluppo dell'isola: coltivarono ampie distese di grano nel Campidano, sfruttarono le miniere, crearono delle saline, insegnarono ai sardi la navigazione, il commercio, la scrittura.
LA DOMINAZIONE ROMANA
Il lungo dominio romano in Sardegna iniziò nel 215 a.C. e durò per circa 700 anni. I Romani riuscirono a occupare tutto il territorio dell'isola, costruirono strade e fondarono alcuni centri nell'interno. A quei tempi la città più importante sorgeva sulla costa ed era Turris Libisonis, l'odierna Porto Torres. Dai suoi moli partivano regolarmente per Roma navi cariche di grano per soddisfare tutte le esigenze della capitale. Una curiosità: una traccia profonda della presenza romana si trova ancora nel dialetto sardo, poiché questa lingua di origini molto antiche si è conservata simile al latino parlato nell'antichità. Ciò è stato possibile perché la Sardegna è un' isola, e le isole conservano più a lungo le proprie tradizioni dal momento che i contatti con le altre regioni sono più difficili.
LA DOMINAZIONE BIZANTINA
Verso la metà del V secolo d.C., la penisola venne invasa dalle popolazioni barbariche. Malgrado la sua posizione defilata neppure la Sardegna sfuggì a questa sorte: infatti la conquistarono i Vandali che a loro volta furono scacciati dai Bizantini nel VII secolo. Quello fu un periodo veramente brutto per gli abitanti della regione. Infatti, i Bizantini giunti sull'isola si appropriarono delle sue ricchezze, senza curarsi dello stato di oppressione dei suoi abitanti. Allo stesso tempo i pirati Saraceni spadroneggiavano sui mari della Sardegna, saccheggiando spesso i paesi sulla costa. I sardi riuscirono finalmente a superare questa terribile situazione dando vita ai Giudicati, territori simili ai "liberi comuni", che si governavano in piena autonomia.
LA DOMINAZIONE SPAGNOLA
Nel XIII secolo la Sardegna cadde sotto il dominio spagnolo, che durò fino al XVIII secolo. Con la presenza degli spagnoli l'isola conobbe il feudalesimo e fu l'ultimo paese d'Europa a vedere riorganizzato il territorio in piccoli stati, chiamati feudi, amministrati da un nobile. L'economia feudale, affermatasi in ritardo, rimase a lungo l'economia dominante dell'isola, causando la generale arretratezza della Sardegna rispetto alle altre regioni italiane che riuscirono a svilupparsi prima. Ancora oggi è possibile notare sulle facciate di chiese, palazzi ed edifici militari i segni dell'arte gotico - catalana, diretta eredità della colonizzazione spagnola.
LE ULTIME VICENDE
Nel 1718 la Sardegna passò sotto il controllo della famiglia Savoia che regnava già in Piemonte. Nei cento anni del loro governo, i Savoia eseguirono di versi lavori pubblici, fra cui bonifiche che allontanarono per un po' dalla Sardegna lo spettro della malaria, una malattia che si contrae con la puntura di una zanzara che vive nelle zone dove l'acqua ristagna. Re Carlo Alberto di Savoia abolì il regime feudale e suddivise la terra dei latifondi fra gli abitanti della Sardegna e i comuni. Nel 1861 l'isola entrò a far parte del Regno d'Italia. In generale la sua storia, la situazione economica e lo stato stesso di isola, hanno creato al territorio sardo diversi problemi di amministrazione. Ecco perché nel 1948 la Sardegna è diventata una "regione autonoma a statuto speciale", i cui poteri locali sono dotati di ampia autonomia per poter risolvere meglio le questioni interne più urgenti.
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